Migliori zombie movie - uno zombie per ogni stagione

Le molteplici facce (ovviamente sfigurate)
 degli zombie sul grande e piccolo schermo


 Lo Zombie, o Zombi o Morto Vivente come lo conosciamo oggi è in realtà una 'liberissima interpretazione' artistica del fenomeno di folklore Haitiano legato al Voodoo.
Nella cultura cinematografica lo zombie non è altro che un morto che cammina anche dopo aver esalato l'ultimo respiro. Il suo corpo continua imperterrito a decomporsi mentre l'unica cosa che ancora lo muove a livello cerebrale è l'istinto della fame. Lo zombie cerca nutrimento, cerca carne e non fa nessuna distinzione tra origine umana o animale.
In cinquant'anni di filmografia zombesca (come passa in fretta il tempo vero?) gli Zombie si sono dimostrati tra le invenzioni cinematografiche  più adattabili ed aperte alla miscela e la commistione con altri generi cinematografici non propriamente horror. 
In questo articolo proverò ad analizzare tutte le varianti che, ad oggi, il cinema ha saputo offrire di queste flessibili creature, ma andiamo per ordine:

Lo Zombie classico

Impossibile parlare di Zombie classici  senza citare ovviamente colui che è stato  il primo regista a rendersi conto dell' enorme potenziale cinematografico, nonchè colui che viene menzionato nella storia del cinema come il 'papà dello zombie cinematografico' anche se, per la cronaca va detto che il primo film sugli zombie risale addirittura al 1932 con L'Isola degli Zombies di Bela Lugosi. Resta il fatto che è questa persona, il maestro George A. Romero, che nel 1968 sfornò quello che ancora oggi è considerato il vero capostipite ed il prototipo del genere: La Notte dei Morti Viventi ( The Night of the Living Dead)
Il film, in bianco e nero, getta le basi per un filone che ancora oggi perdura e che solo in tempi recentissimi sta andando incontro ad una crescente inflazione  e contaminazione da altri generi.
L'apporto immenso di Romero al genere non si limitò all'invenzione, ma anche all'affinamento: affinamento avvenuto nel secondo  e nel terzo capitolo della sua trilogia originaria: parlo di  Zombie  e di Day of The Dead  del 1978 e 1985 ed al tentativo (in parte riuscito) di 'rivoluzionare' il genere nel più recente  La Terra dei Morti Viventi (Land of the Dead)  del 2005 in cui Romero ha donato alle sue creature la capacità di collegare causa ad effetto. 
Lo zombie classico è un cadavere in decomposizione che si aggira lentamente e senza meta per il mondo in cerca di nutrimento.



Lo Zombie podista

 Questo tipo di zombie  è stato lanciato alla ribalta principalmente dal film di un'altro maestro del cinema: l'inglese Danny Boyle (Trainspotting, The Millionaire) con il suo 28 Giorni Dopo (2002). 
Lo zombie podista segue la stessa dieta a base di proteine umane della sua controparte classica ma è leggermente più pericoloso e vorace, in quanto non barcolla lentamente verso la meta ma corre letteralmente in preda ad una sorta di idrofobia ostentata e famelica.
Un altro valido esponende di questo filone, sicuramente da ricordare, è il francese The Horde (2009), di una violenza ed una ferocia fuori dal comune, quasi tarantiniana.
Lo zombie podista ha trovato il suo massimo sfogo nella sfera videoludica con li capolavoro di Valve software Left 4 Dead.
Il cinema ci ha regalato anche un remake podista del classico Zombie di Romero, sto parlando di  Dawn of The Dead (2004) di Zack Snyder, davvero un film di ottima qualità che ha saputo rendere giustizia e lustro al capolavoro di Romero.



Lo Zombie di denuncia sociale

Qui si torna a parlare di Romero. Nei suoi film infatti, ed in particolare nel già citato Zombie del 1978 i morti, anche dopo la vita si dirigono convulsivamente verso un grande centro commerciale, simbolo del consumismo sfrenato di noi occidentali. Come a scimmiottare i vivi, che come zombie si ammassano nei weekend nell'affollare supermarket alla ricerca di qualche oggetto di consumo di dubbia necessità.
Una critica forte e palese è stata perpetrata anche nel suo Land of the Dead (2005), tramite l'odioso personaggio interpretato dal compianto Dennis Hopper. In quel film, ambientato in una zona trincerata di una grande città, si legge una forte denuncia alla stratificazione sociale in cui i ricchi (capitanati dal compianto Dennis Hopper) vivono in loft di lusso e nella bambagia sfruttando gli altri sopravvissuti per "portare fuori la spazzatura" ovvero i loro cadaveri assassinati. Tutti gli altri invece soffrono la fame nelle strade accontentandosi delle briciole. In poche parole la nostra società attuale in miniatura.
L'apocalisse zombie non risparmia nessuno fortunatamente, ed è qui che infatti lo zombie assume quasi il connotato di un contorno più che di un essere malvagio, un mostro spietato. 
Per stessa ammissione di Romero infatti, gli zombie non sono mai i cattivi dei suoi film. I veri malvagi sono quantopiù gli esseri umani ed anzi, l'apocalisse zombie targata Romero è da molti interpretata come una giusta punizione divina ( celebre è la frase pronunciata in Zombie: "quando all'inferno non ci sarà più posto i morti cammineranno sulla terra" ) all'ignobile violenza degenere della razza umana, che infliggiamo in primis ai nostri stessi simili e poi alla terra tutta.  Gli zombie a volte sono visti in chiave liberatoria, o come la conseguenza marcia di una società già marcia.
Romero ha sempre lasciato libera interpretazione dei suoi film ai suoi spettatori, non fornendo mai di fatto una motivazione univoca  per il fenomeno zombie (come invece hanno fatto con esiti altalenanti  molti altri registi, tra cui il già citato Danny Boyle). 
Come critica sociale posso citare la poco conosciuta (in Italia) mini-serie inglese Dead Set che altro non è se non una critica molto aspra a format di distrazione di massa e banalità come Grande Fratello e reality vari ed eventuali.



Lo zombie demenziale

Gli zombie hanno anche provato a fare ridere, alcune volte ci sono riusciti, altre invece hanno fatto piangere provandoci ( es: Zombie Strippers ).
I due esempi più riusciti di questo sottogenere zombesco sono principalmente due: Shaun of the Dead (in Italia titolo orribile: L'Alba dei Morti Dementi) e Zombieland.
Shaun of the Dead è un piccolo capolavoro di humor inglese, contiene sketch e gag tanto esilaranti quanto ciniche. Fù presentato come "una commedia romantica con zombie". In effetti il film potrebbe ricordare il filone della commedia romantica made in uk (alla Notting Hill per capirci), non fosse che in mezzo ci si metta qualche vagonata di zombie, non meno affamati di budella di quelli romeriani. Le vicende girano attorno alla vita del protagonista Shaun (il bravo Simon Pegg) e del suo amico-socio in molti altri film Ed (Nick Frost) , due suonati che passano la vita a sbevazzare nel loro pub-tana preferito. A questo si somma l'elemento romantico con Liz, la fidanzata di Shaun, su cui ruota tutta la vicenda. La cosa comica è vedere come le vite sedentarie e abitudinariamente sregolate dei due protagonisti non cambino di una virgola, zombie o non zombie. Sinceramente geniale. 
Tra le curiosità: il film piacque  a tal punto a Romero che i due furono invitati a fare da comparse nel
suo Land of the Dead (erano i due zombie incatenati a cui sparavano con la vernice).
Gli americani però non potevano esimersi dal cimentarsi in questa versione comica degli zombie, offrendoci una pellicola spaccona come solo gli americani sanno fare, ma anche azzeccata in ogni sua parte: sto parlando di Zombieland (2009), interpretato dal giovane e bravo Jesse Eisenberg (The Social Network di David Fincher), dallo spassoso Woody Harrelson e dalla bella Emma Stone. 
E' un film più nomade di Shaun of the dead, un film in cui i protagonisti tendono a viaggiare per sopravvivere, ma i modi in cui il cowboy ignorante e spaccone Tallahasee si pone uccidendo gli zombie e la survive list mentale del timido ragazzino  protagonista Columbus passano a pieno diritto alla storia di questo genere. Anche qui non manca la parentesi romantica, con la bella Witchita.
Tra le curiosità: Bill Murray (Ghostbusters, Lost in Translation) interpreta se stesso donando un cameo di eccezionale valore per la pellicola.




Lo Zombie drammatico-esistenziale

L'introspezione. Non ve la sareste mai aspettata da un morto vivente vero? Eppure.. Vi invito a vedere un film poco conosciuto ma che io definisco mentalmente un "Into the Wild con Zombie": si chiama The Battery (attenzione: solo in inglese) e l'ho recensito qui.
Oltre a questo come non citare gli zombie seriali di uno dei più grandi successi televisivi degli ultimi anni?  The Walking Dead, ispirato dall'omonimo fumetto, e giunto ormai alla Quarta Stagione (in caldendario mentre scrivo) è un drama-horror che, dietro la sua facciata mostra come l'essere umano possa trasformarsi socialmente ed individualmente in seguito ad una situazione estrema e spietata come quella di un'apocalisse zombie. 
In questa serie ci affezioniamo come con le altre ai personaggi che la popolano, con la differenza che qui, purtroppo, tendono a morire con non troppa difficoltà. 
Vediamo l'involuzione umana, le tendenze alla violenza reciproca, alla pazzia, alla disperazione e notiamo come questo infici la mente dei più innocenti e plasmabili: come il bambino figlio del protagonista Rick, costretto a crescere troppo
in fretta ed a diventare spietato e pericolosamente in bilico trai valori della famiglia, sempre più labili e quelli spicci della sopravvivenza.
Le vicende umane narrate in The Walking Dead sono il vero perno di tutta la vicenda. Caldamente consigliato.
La preponderante vena drammatica di Walking Dead (serie TV) (che pure non lesina niente al gore di alcune scene con trucchi ed effetti di livello hollywoodiano) è spiegata in parte anche dalla presenza, oltre che del creatore della serie a fumetti Robert Kirkman,  del grande Frank Darabont, ovvero il regista del capolavoro drammatico Le Ali della Libertà.



Lo Zombie da documentario

O per meglio dire: Mockumentary ovvero falso documentario. E' quel genere inaugurato dallo storico Blair Witch Project (1999) poi perfezionato a dismisura dal capolavoro spagnolo REC di Paco Plaza e Jaume Balaguerò e dall'ottimo Cloverfield e  che consiste in una formula cinematografica sempre proposta in prima persona, tramite una telecamera a mano o tramite altre telecamere non fisse. 
Dopo l'esplosione del genere Mockumentary Romero tentò di rivoluzionare nuovamente il genere con il suo Diary of the Dead (Le Cronache dei Morti Viventi), un film a mio parere appena discreto ma che in realtà non aggiungeva nulla di nuovo al già raggiunto stato dell'arte avuto con il già citato REC.  
Romero ci riprovò l'anno dopo con un seguito intitolato Survival of the Dead - L'isola dei Sopravvissuti (2009) che invece potrei annoverare tra gli esponenti dell'ultima categoria di questo articolo "Lo Zombie inflazionato da filmaccio horror di serie B (o C)".




Lo Zombie da americanata catastrofica

L'esponente massimo (nonchè grazie al cielo unico) è il recente World War Z  che pure è ispirato da un libro-blog di tutto rispetto di Max Brooks, ma che si riduce, come potete leggere nella mia recensione qui in un 'vulgar display of power' fine a ase stesso, una girandola di effettoni speciali (gli zombie 'onda') e scene politically correct e volutamente poco splatter che donano banalità ad un plot che in realtà avrebbe potuto dare molto di più artisticamente parlando, forte anche di un cast capitanato da un attore di  incredibile talento come Brad Pitt.
Altri esempi di tamarraggine le trasposizioni cinematografiche di Resident Evil.

Lo Zombie inflazionato da filmaccio horror di serie B (o C)

Che è un pò quel sottobosco fittissimo, troppo lungo fare una lista, di pellicole che letteralmente danno adito ai detrattori di far passare l'equazione "zombie movie = cavolata".
Essendo un appassionato del genere per scovare perle come il già citato The Battery ho dovuto sorbettarmi centinaia di migliaia di film orribili uno dietro l'altro. 
Siccome gli zombie non so perchè tirano sempre un sacco, molti registi evidentemente  senza arte ne parte (da ogni parte del mondo, Italia compresa) prova a 'sfondare' o magari arrotondare proponendo banalissime pellicole prive di tensione alcuna e spesso anche prive di qualsivoglia idea decente 






Lo zombie come il prezzemolo

Qui non parlo di cinema,provate a scrivere "zombie" nel Play Store o nell'AppStore. 
Plant Versus Zombies è solo l'inizio. Ormai gli zombi li stanno mettendo ovunque e non ho ben capito il perchè, magari qualche lettore potrebbe darmi un indizio?
Zombie e biscotti? zombie e panini? zombie e widget telefonici? Mah!

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