ATTENZIONE: LA RECENSIONE CONTIENE DUE SPOILER, SEGNALATI DALLE DICITURE (SPOILER) e (FINE SPOILER)
Prima
di parlarne vorrei scoprire alcune carte, personali ma secondo me
doverose per saper dare il giusto peso a questa recensione:
-Considero Quentin Tarantino un genio
-Considero
Quentin Tarantino come l’ultimo degli artigiani del cinema (‘titolo’
attribuito in passato anche e soprattutto a registi italiani, primo su
tutti Lucio Fulci)
-Considero Bastardi Senza Gloria il film più riuscito e maturo di Tarantino (si, lo preferisco a Pulp Fiction e Le Iene)
-Unico film che non mi è piaciuto di Tarantino: Jackie Brown.
-DJango mi è piaciuto molto…
-…Ma non quanto Bastardi senza Gloria
Detto questo andiamo pure ad incominciare.
PERCHE’ FUNZIONA
Eccolo
qui, il “western” di Tarantino. Pellicola che per forza di cose si
ritrova a fare i conti con uno dei film migliori, più rifiniti e ben
recitati degli ultimi 20 anni: Bastardi Senza Gloria.
Un’eredità
pesante per Django Unchained, che però ha un non piccolo aiuto: la
presenza in cast del grandissimo Christoph Waltz, che anche qui si
conferma come uno dei migliori attori contemporanei e forse uno dei
migliori di sempre.
La trama del film in se non ha niente di
complesso e per come la vedo io qualsiasi altro regista l’avrebbe
raccontata entro i 90-100 minuti standard della stragrande maggioranza
delle pellicole anziché spalmarla lungo le due ore e quarantacinque
minuti di Django.
Non è infatti nella trama che dobbiamo andare a
ricercare i pregi e i difetti del nuovo lavoro di Tarantino, ma nel suo
stile quasi iconografico, nella cura maniacale nei dialoghi e nelle
mastodontiche interpretazioni del già citato Christoph Waltz ma anche di
un sempre più grande Leonardo di Caprio e nell’ottimo Jamie Foxx la cui
perfomance assume qui connotati quasi Eastwoodiani.
Django è prima
di ogni altra cosa un film citazionistico , non solo verso il Django
originale del 1966 (interpretato da Franco Nero che qui appare in un
cameo con Foxx che è già storia del cinema) ma verso una miriade di
altri spaghetti-western, western e non solo.
Non fate l’errore di
considerarlo solo un insieme di citazioni però. Django è un’opera
originale, tanto originale e personale quanto lo è il genio di
Tarantino.
Quasi tre ore di pellicola volano via ad uso ridere senza
mai annoiare, senza tempi morti e con scene e situazioni che è
impossibile non annoverare tra le più divertenti del cinema odierno
(basti pensare a quella del KKK, di cui non parlerò oltre per evitare
spoiler).
Questo è fondamentalmente un film semplice, con una trama
semplice ed una chiave di lettura semplice ma che stupisce di scena in
scena per la cura maniacale nei dettagli, nei dialoghi e perché no:
nelle scene violente.
Scene violente. Piccolissima parentesi perché
alla fine per come la vedo io è davvero sbagliato confondere gli
spiccati elementi violenti nei film di Tarantino come unico suo
pregio\difetto. La violenza in Tarantino è come un marchio di fabbrica,
come una sua particolarità, ma non è sulla violenza E BASTA che va
valutato uno come Tarantino. Perché? Perché è un regista preparato,
originale, pieno di idee, un regista con uno stile talmente personale e
definito che per quanto mi riguarda è più unico che raro nei registi
odierni (senza offesa). Questa personalità viene fuori in modo massivo
in Django, film in cui si attacca nelle fasi iniziali a certo cinema
“di genere” da lui amato (B-Movies, spaghetti western e quant’altro) ma
poi sfocia in un qualcosa di diverso, tutto personale, tutto ORIGINALE
e al di fuori degli schemi, proprio come lui ci ha abituati.
Questa
originalità (di cui fa parte sicuramente anche l’elemento Violenza) è
data dall’ilarità di certe scene, dalla cura riposta nei lunghi dialoghi
tra i suoi personaggi, dalle scelte stilistiche di inquadratura tutte
particolari e tutt’altro che canoniche e dalla colonna sonora che è
sempre una componente importante nella cinematografia di Tarantino.
Questi elementi INSIEME sono (secondo me) il vero punto di forza delle
pellicole di Tarantino …e di questi elementi in Django ce n’é a
bizzeffe, state tranquilli!
Django Unchained è Tarantino al 120%
senza fronzoli, nudo, crudo, quasi auto-celebrativo ma ormai cresciuto a
dismisura nella suo modo di fare arte, avendo in questi anni affinato
le sue tecniche e il suo stile arrivando ormai a sfiorare l’eccellenza
in tutto quello che fa.
Mi piace molto. Ma..
HO PREFERITO I "BASTARDI"
Perché? E’ presto detto: presa emotiva.
Quando
andai a vedere Bastardi Senza Gloria ricordo che fu un esplosione di
tensione sin dai primi dieci minuti di film. Certo, i primi dieci
minuti, quelli del dialogo tra Hans Lande e il francese che nascondeva
gli ebrei in casa, entrano a pieno diritto nella storia del cinema
grazie sia a Tarantino che al mastodontico, inimitabile e già citato
Christoph Waltz (vincitore di 2 premi Oscar per quella
interpretazione), ma oltre a questo ciò che dava adito ad una presa
emotiva fortissima per lo spettatore erano le sventure e il rancore di
Shoshanna. Era infatti tramite la sua vicenda che GODEVAMO nel vedere i
nazisti torturati, bruciati e ‘scalpati’ dai mitici Bastardi di Brad
Pitt.
Sebbene in DJango si affronti un tema altrettanto serio, come appunto quello dello schiavismo, secondo me in questo film non si ritrova lo stesso sadico piacere nel vedere frustato uno schiavista.
(SPOILER)
Quello che capita a Django e la sua lei è altrettanto spietato ma il
film non si focalizza quasi mai su questo, facendo quasi solo intendere
il loro calvario e facendocelo vedere solo velocemente e a pillole.(FINE SPOILER)
Django sembra avere un approccio quasi fiabesco in questo, ed il fattore ‘fiaba’ non mi piaciuto molto, personalmente.
Tuttavia
sono arci-sicuro che questo approccio ‘allegorico’ alla vicenda
portante è ampiamente ricercato da Tarantino, e ne ho avuto la conferma
tramite la scena del film in cui (SPOILER)
il teutonico cacciatore di taglie King Schultz racconta a Django la
leggenda popolare tedesca di Sigfrido e Brunilde, paragonandola alla sua(FINE SPOILER)
Questa
scelta può piacere come non piacere, nel mio caso appunto, non è
piaciuta. Avrei preferito un’approccio più ‘realistico’ più spietato,
più ‘pulp’… più “Bastardi”.
CONCLUSIONE
Odio
dare i voti, mi sembrano sempre una cosa sbrigativa e incompleta per
liquidare un opera in quattro e quattrotto, ma in questo caso ne do
addirittura due per fare capire la differenza: a Bastardi Senza Gloria
idealmente avrei dato un 9,5\10 , a DJango do un 8\10.
Ma attenzione perché 8 non è un voto basso.
DJango
rimane un signor film, girato, interpretato e scritto magistralmente in
ogni sua parte. Se non ci fosse stato Bastardi senza Gloria e Pulp
Fiction e non fosse un film di Tarantino si griderebbe senz’altro al
miracolo anziché analizzarlo col microscopio atomico.
Le
interpretazioni di Waltz, Di Caprio, Foxx ma anche dell’odioso Samuel L.
Jackson infatti rimarranno ugualmente nell’immaginario collettivo,
forse non ai livelli delle battute migliori tra Travolta e Jackson in
Pulp Fiction, ma comunque lasceranno il loro bel segno nel terreno del
cinema….Ben più evidente secondo me di quello lasciato dai due Kill
Bill, ma –secondo me- inferiore a quello lasciato dai Bastardi.
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